La scuola deve attivarsi per aiutare il bambino a superare il problema essendo responsabile del successo formativo di tutti i suoi allievi.
Trovo scorrettissimo proporre l’istruzione parentale, che in sostanza significa chiedere alla famiglia di arrangiarsi e togliere il disturbo. Con l’istruzione parentale il bambino cessa di essere considerato alunno della scuola, che quindi non ha più nessuna responsabilità su di lui e tutto ricade sui genitori. Troppo comodo per la scuola e probabilmente controproducente per il bambino che a scuola ci deve tornare per cui questa porta deve per forza rimanere aperta. Se la famiglia propone un supporto e la scuola lo rifiuta, si assume la responsabilità della decisione. Formalmente può farlo, ma deve motivare la propria scelta e proporre strategie alternative per affrontare il problema. Non può rifiutare le proposte dei genitori e sentirsi autorizzata a non fare nulla.