Vorrei sapere se esiste una norma o se è lasciato alla sensibilità, o educazione, di ogni singolo insegnante.
L’insegnante di sostegno non è tenuto a comunicare ai genitori il numero del proprio cellulare privato. Se decide spontaneamente di farlo, va usato ovviamente in modo ragionevole, in casi particolari, non certo per chiedere quotidianamente spiegazioni sui compiti per casa.
Il problema dei compiti va affrontato a monte: gli insegnanti (tutti) devono essere sicuri che gli alunni siano in grado di svolgere autonomamente le esercitazioni assegnate, e questo vale anche per gli alunni con disabilità. Autonomamente significa che ai genitori si può chiedere di vigilare che i compiti vengano eseguiti, di sostenere e valorizzare lo sforzo dei bambini ed eventualmente di controllare alla fine i risultati, ma il loro intervento diretto non deve mai risultare indispensabile. Se così fosse, è segno di qualcosa che non funziona e la scuola deve correggere il tiro, anche perché far svolgere compiti di questo tipo spesso non serve assolutamente a nulla, se non a demotivare i bambini e appesantire le famiglie.
Può essere che le modalità di comunicazione tra scuola e famiglia, definite per tutti gli alunni di una scuola, non risultino sufficienti per gli alunni con disabilità: in quel caso si entra nel campo della personalizzazione e l’argomento va affrontato e definito nel PEI.