Scrivo per conto di una mia paziente la cui figlia è DSA, diagnosticata tardivamente (frequenta la 3° media) e non essendo stata mai assistita nè con interventi terapeutico riabilitativi nè con interventi scolastici attagliati al suo disturbo ha maturato nel tempo un disturbo di ansia fobica nei confronti della scuola con sintomi psicosomatici. Al momento, a scuola, ha già fatto 58 assenze. La scuola non ha ancora provveduto alla stesura del Pdp, ma minaccia bocciature in virtù delle assenze e sostiene di non voler accettare più nessuna giustifica. Può la scuola agire secondo tali modalità ed ignorare quanto gli specialisti le hanno comunicato?
La mancata promozione per assenze non è mai automatica. Il limite del 25% si può superare in caso di gravi motivi documentati e se il CdC ritiene di avere comunque elementi sufficienti di valutazione (vedi DL 62/17 art. 5 c. 2). In questo caso i gravi motivi documentati ci sono (penso che la diagnosi sul disturbo di ansia fobica sia stata consegnata a scuola) mentre per gli elementi di valutazione si vedrà alla fine dell’anno.
La scuola deve promuovere il successo formativo e in questo caso deve elaborare, assieme alla famiglia e agli specialisti, delle strategie efficaci per convincere l’alunna a tornare a frequentare. Se si pensa di risolvere un problema di fobia scolastica minacciando la bocciatura, direi che non ci siamo proprio.