Non esiste nessuna legge del genere. Probabilmente il comune vuole tutelarsi perché, oltre alle pedane e alle altre attrezzature, in questi pulmini “speciali” di sicuro c’è anche un accompagnatore che in certe situazioni può effettivamente essere necessario.
Ma concordo con lei sul fatto che una gestione così rigida è inaccettabile, e non si può costringere le famiglie a scegliere tra la rinuncia del servizio o un sistema di trasporto che metterebbe come minimo in grave imbarazzo il bambino.
Una volta chiarito che suo figlio non ha bisogno di attrezzature particolari per l’accesso né di assistenza, non c’è motivo che gli venga impedito di salire sul pulmino dei compagni in quanto disabile.
Questo è evidentemente un caso di discriminazione diretta secondo la legge 67 del 2006 art. 2 c. 2: «Si ha discriminazione diretta quando, per motivi connessi alla disabilità, una persona è trattata meno favorevolmente di quanto sia, sia stata o sarebbe trattata una persona non disabile in situazione analoga.»
Consiglio una richiesta scritta, specificando che il bambino non ha nessun bisogno di assistenza e può benissimo fruire del servizio ordinario.