Quali norme regolano l'istruzione parentale degli alunni con disabilità?
In caso in cui i genitori di un allievo con bisogni educativi speciali dovuti ad uno stato di ritiro sociale, facciano richiesta di istruzione parentale, hanno diritto a ricevere i programmi dell'anno in corso da far seguire all' allievo in vista dell'esame finale?
Se durante l'anno scolastico si decide per l'istruzione parentale di un bambino disabile (104 art.3 comma 3) che frequenta la classe 5 primaria, poi questo dovrà fare l'esame a fine anno scolastico? Se si, seguendo il bimbo un programma fortemente differenziato rispetto a quello curriculare, in base agli obiettivi minimi stabiliti da chi?
Un alunno iscritto in prima e al quale è stato assegnato un docente di sostegno, come durante la frequenza della scuola dell'infanzia, con copertura di 24 ore, non ha mai frequentato perché la famiglia si è avvalsa dell'istruzione parentale a casa. Ora l'alunno dovrebbe sostenere con noi maestre un esame per andare in seconda. I genitori vogliono che sia bocciato in modo da fargli frequentare la prima a scuola. Tutto ciò è corretto? Noi insegnanti come posso bocciare un alunno che si presuppone abbia seguito un programma differente (ma ovviamente non c'è alcun Pei) considerando che non ha seguito il programma istituzionale di prima e che se avesse frequentato certamente non avrebbe svolto il programma di classe?
Può essere redatto un PEI per una ragazza con disabilità e livello cognitivo al di sotto della norma che si presenta per ottenere l'idoneità alla seconda media avendo aderito all'educazione parentale? Se si chi lo deve redigere? Oppure può essere redatto un PDP nel quale si evidenza la necessità di svolgere questi esami con prove equipollenti e l'assistente educativa presente?