Secondo alcuni colleghi il Consiglio di Classe, o Team docenti, determina lo "status" di BES (per evidenze non cliniche ma pedagogico - didattiche) e una volta determinato è indispensabile il PDP. E' davvero così?
Lavoro in una scuola superiore dove abbiamo molti alunni con DSA e, pertanto, una discreta esperienza. Per redigere i PDP abbiamo una modulistica di istituto, che non è quella del MIUR, ma che risulta essere uno strumento agile e flessibile, quindi, a nostro avviso, ottimo. Quest'anno, per la prima volta, un papà di un'alunna con DSA, ha contestato il modulo in uso dicendo che, come da una fantomatica ( nel senso che non ne ho trovato traccia alcuna) sentenza del TAR della Lombardia, dovremmo usare solo quello del MIUR. Preciso che siamo nel Lazio e che ho riletto la normativa e verificato che non impone alcun tipo di modulistica. Lei ne sa nulla?
Sono un'insegnante di sostegno, che si occupa da due anni della stessa classe di un istituto tecnico (attualmente una seconda superiore). Una studentessa certificata come DSA è causa di preoccupazione per il Consiglio di classe. La ragazza, infatti, manifesta gravi difficoltà nella comprensione e nell'apprendimento dei contenuti curricolari, sia per carenze dal punto di vista cognitivo (come affermato sul PDP) sia per mancanza di applicazione nello studio. Spesso non si presenta a scuola il giorno delle verifiche programmate, costringendo i docenti a rimandarle, evitando accavallamenti con verifiche di altre discipline. La famiglia, anziché collaborare con la scuola, ha assunto un arrogante atteggiamento di sfida, aspettando che i docenti commettano un errore, per inviare a scuola minacce di ricorso da parte dei propri avvocati. L'anno scorso la ragazza è stata promossa con 6 in tutte le materie, nonostante rischiasse la bocciatura, per un errore dei colleghi, i quali inavvertitamente avevano assegnato più di una verifica lo stesso giorno. Il timore di strascichi legali ha indotto il DS a costringere il CdC alla promozione in tutte le materie.
Quest'anno avevo stilato un patto scuola-famiglia, allegato al PDP, in cui si esplicitava che, in caso di assenze durante le verifiche programmate, lo studente sarebbe stato sottoposto a verifica la prima volta utile (salvo altre verifiche da sostenere nello stesso giorno). La famiglia della ragazza si rifiuta di firmare il PDP, non accettando tale clausola. Inoltre, per un errore materiale di un collega, che ha interrogato la studentessa in un giorno in cui aveva una verifica programmata, i genitori hanno già fatto reclamo, presentandosi con gli avvocati a scuola e umiliando alcuni colleghi.
La situazione è insostenibile, la scuola sembra privata di ogni autorevolezza, e non le nego che i colleghi, memori degli sgradevoli avvenimenti dell'anno precedente, hanno paura e adottano criteri di valutazione molto più blandi per la ragazza in questione.
Mi chiedo se ci sono delle normative a cui la scuola si può appellare, per garantire un'equità di valutazione e per non essere costantemente umiliata dall'intraprendente arroganza di queste persone. Secondo lei è accettabile che la famiglia si rifiuti di firmare il PDP per via del patto scuola-famiglia? Come si potrebbe tutelare la scuola di fronte alla minaccia di ricorso?
Il fatto che un docente sbagli, dimenticandosi di controllare la presenza di altre verifiche, può comportare la promozione della ragazza, sanando tutte le insufficienze presenti al momento degli scrutini?
Secondo la Legge sui DSA, chi deve redigere le mappe concettuali a supporto della didattica, l'allievo o il docente? È vero che la redazione delle mappe spetta esclusivamente ai docenti?
Se in un PDP per DSA viene scritto che l'alunno è dispensato dalla lettura ad alta voce, significa che mai, in nessun caso, potrà essere invitato a leggere? Nemmeno se fosse una sua richiesta specifica? In generale, dispensare da una attività significa non richiedere mai all'alunno di svolgerla o semplicemente evitare di valutarla?
Abbiamo in classe un alunno con evidente ritardo psicomotorio, non certificato per opposizione dei genitori che non accettano neppure il PDP perché lo considerano etichettante. Davvero non possiamo fare nulla se loro non sono d'accordo? Neppure un Piano di recupero?
Se i genitori di un bambino si rifiutano di firmare il PDP anche solo per presa visione, come deve procedere la scuola? Può comunque servirsi di strumenti compensativi e misure dispensative e diversificare la didattica e la valutazione?
Chiedo se mi può dare indicazioni in merito alla compilazione del PDP per alunni con Disturbi Specifici dell'Apprendimento, in particolare per quello che riguarda la definizione degli obiettivi. Cosa significa "Individuazione di eventuali modifiche all’interno degli obiettivi disciplinari per il conseguimento delle competenze fondamentali"? Se un bambino con dislessia/discalculia frequenta la classe quarta, ad esempio, posso definire per lui obiettivi di classe terza?