La mia scuola ha un’alunna, con certificazione DSA, in educazione parentale. In questa circostanza è comunque giusto predisporre il PDP per lo studio domiciliare della suddetta alunna e per l’esame di idoneità alla classe finale? Inoltre, è corretto che la scuola ha il dovere di organizzare solo l'esame finale degli apprendimenti (per il passaggio all’anno successivo) e che non sono previste verifiche in itinere?
La famiglia di una bambina a cui è stato fatto un PDP bes ha deciso di non firmarlo e ha chiesto un incontro con la funzione strumentale perché non vorrebbe si redigesse nulla il prossimo anno. Ha avanzato l’ipotesi di poter ritirare la documentazione per evitare un PDP, ma chiaramente ciò non cambia nulla perché è possibile redigerlo anche senza una diagnosi.
In accordo con il CdC abbiamo deciso di convocare i genitori di un alunno per sospetto di DSA. Nel caso in cui la famiglia avvii l'iter per l'accertamento è possibile predisporre un PDP per questi ultimi mesi di scuola?
Due colleghi in un consiglio di classe chiedono di specificare nel PDP che per le loro materie l'alunno non necessita degli strumenti compensativi indicati. Cosa fare?
Nella nostra scuola c’è un bambino con certificazione privata di DSA ma gli insegnanti non vogliono fargli il PDP. Nella nostra regione queste diagnosi vengono fatte dalle Asl o da centri convenzionati e pertanto, a loro avviso, come scuola non sono tenuti a considerarlo DSA. Sapevo che una diagnosi di DSA, privata o pubblica che sia, impone sempre un PDP. Dov’è la verità?
Nella mia scuola alcuni colleghi si lamentano per il lungo lavoro di compilazione dei PDP. Chiedono di confermarlo anno dopo anno se non ci sono cambiamenti e di “sfoltire” il modello in uso, troppo lungo e oneroso. La legge 170 però indica che il Piano va redatto annualmente, anche perché, soprattutto negli anni delle “medie”, i ragazzi cambiano, e non poco.