Che ne pensate?
Si fa a volte confusione tra compensazione e recupero. Proviamo a fare chiarezza.
La principale norma di riferimento per il primo ciclo è il DL 62/17 art. 11 c. 10:
«Per la valutazione delle alunne e degli alunni con DSA certificato le istituzioni scolastiche adottano modalità che consentono all’alunno di dimostrare effettivamente il livello di apprendimento conseguito, mediante l’applicazione delle misure dispensative e degli strumenti compensativi di cui alla legge 8 ottobre 2010, n. 170, indicati nel piano didattico personalizzato».
Per il secondo ciclo rimane valido l’art. 6 c. 2 del DM 5669/11, dai contenuti sostanzialmente analoghi.
In sintesi la norma dice che l’alunno va valutato in modo che possa dimostrare quello che sa e sa fare senza essere penalizzato dal suo disturbo. Se chiedo a un ragazzo con DSA di scrivere su un foglio tutto quello che sa sulla fotosintesi clorofilliana e mi consegna il foglio in bianco, devo chiedermi se veramente non sa nulla su questo argomento o se non ha potuto esprimerlo per iscritto a causa del suo disturbo.
La compensazione consente di verificare, con una interrogazione orale successiva, ma anche con qualche domanda al volo, come stanno effettivamente le cose. E correggere il tiro, se necessario.
Se una prova scritta dà risultati negativi e una orale subito dopo (quindi senza possibilità di recuperare) positivi, significa chiaramente che la prima era stata sottoposta con modalità non adatte a lui: non va considerata e non può fare media. Non si tratta di un’agevolazione, ma un elementare atto di equità.
La compensazione non deve però dare al ragazzo l’idea che può non prepararsi per una verifica perché tanto poi gli viene data una seconda possibilità, perché in questo caso non si tratta più di compensazione, ma di recupero. Possibile anche questo, ovviamente, anzi sempre auspicato, ma è un’altra cosa e in questo caso la prima votazione va conservata e fa media.
Come distinguere la vera compensazione dal recupero? Il sistema migliore è verificare subito, o comunque appena possibile, con domande orali, non necessariamente con una vera interrogazione, se il compito scritto è andato male perché il ragazzo non ha studiato o non ha compreso l’argomento, oppure perché effettivamente è stato penalizzato dalla modalità di espressione scritta.
Ma non ha senso applicare la compensazione ad ogni verifica, altrimenti il rischio di deresponsabilizzare il ragazzo diventa molto alto. Una volta appurato che la verifica scritta non è adatta per lui, non ha senso continuare a riproporla allo stesso modo per tutto l’anno per poi dover compensare: si sostituisce con l’orale da subito, e basta.
Escluse ovviamente le materie che hanno effettivamente una valutazione distinta tra scritto e orale.